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25/10/2012  - Intervento del Procuratore Generale Ettore Angioni in occasione della Giornata europea della Giustizia Civile - 25 ottobre 2012 Aula Udienze civili della Corte di Appello di Cagliari
E’ questo il decimo anno in cui, seguendo le linee della nota delibera del 2003 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea, ci si ritrova tutti assieme per celebrare la “GIORNATA EUROPEA DELLA GIUSTIZIA CIVILE” … Una celebrazione, quest’ultima, che dovrebbe avere lo scopo di avvicinare i cittadini all’amministrazione della Giustizia … quella Giustizia che in tutti questi anni aveva dato invece l’impressione di allontanarsi sempre più da essi.

Gli organismi internazionali ed i Trattati che ad essi fanno capo … e penso, in particolare, alla Corte della Giustizia Europea ed alla Convenzione dei Diritti dell’Uomo … esigono che nei vari Stati i sistemi giudiziari assicurino effettivamente il diritto ad un processo giusto in termini ovviamente ragionevoli.

E ciò è ancor più sentito per il processo civile, laddove, al di là dal danno per le imprese e per i cittadini derivante dalle spese legali e dal tempo sprecato per portare avanti i processi, il vero costo per l’economia è assai più alto ed è causato dai comportamenti di chi non si fida della giustizia oppure confida nella sua inefficienza per non rispettare regole e contratti … il tutto anche a causa della spaventosa burocrazia del nostro Paese.

Le imprese e le famiglie tengono infatti i capitali bloccati … penso alle migliaia di appartamenti e locali, anche nella nostra Isola, che restano sfitti in quanto i proprietari temono di non riuscire a sfrattare gli inquilini morosi … ma penso anche ai tempi di pagamento, specie quelli dello Stato, che si allungano a dismisura, in quanto i contratti possono essere impunemente ignorati e le procedure fallimentari hanno i tempi biblici che purtroppo tutti conosciamo … Ed è un dato di fatto, per altro verso, che le riforme del lavoro, le liberalizzazioni e la lotta all’evasione mai si potranno realizzare senza una giustizia civile moderna e veloce!

Non per nulla l’ex Governatore della Banca d’Italia Mario DRAGHI, nella sua ultima relazione del 31 Maggio dello scorso anno, aveva posto fra le otto priorità di intervento nel Paese proprio la giustizia civile, ricordando come essa non potesse essere considerata una variabile indipendente rispetto al sistema economico, non foss’altro perché il mercato, prima che un luogo economico, è un luogo giuridico, per cui occorrono le condizioni normative per renderlo possibile, garantito ed eventualmente sanzionato in caso di inadempimento.

Per rendersi conto della bontà di una siffatta analisi, è sufficiente tenere a mente che la crisi del settore civile – stando sempre ai vertici dell’Istituto di Via XX Settembre – ci costa l’1% del prodotto interno lordo, che, tradotto in soldoni, significa la bella cifra di circa 22 miliardi di Euro, quasi cioè quanto la manovra in atto.

Orbene, se è vero che “il tempo – come recita un antico proverbio – è danaro”, mai può dirsi che lo sia come in questo caso, mentre purtroppo al giorno d’oggi, anche in questo settore, ci troviamo davanti ad una montagna di oltre 5 milioni di processi arretrati e ad una giustizia che continua ad essere lentissima, scoraggiando gli investimenti stranieri.

Come intervenire allora in proposito?

E’ indispensabile anzitutto impedire l’abnorme accesso ad essa … alla Giustizia civile, prevedendo – come è stato proposto da talune forze politiche – oltre a quella, annunciata dal precedente Governo, dell’art. 41, anche la modifica dell’art. 21 della Costituzione, che impone attualmente una tutela unicamente giurisdizionale dei diritti, così da rendere possibile una scrematura preventiva dei giudizi civili, dirottando su altri binari alternativi la miriade di controversie “minime”, che ancora intasano le aule di giustizia.

Sarebbe poi opportuno – qui sì – un processo breve, con durata massima di tre anni per giungere alla Sentenza definitiva, nel rispetto, quindi, di quei termini rigorosi richiesti dalla Unione Europea e di quel principio di “ragionevole durata”, sancito dall’art. 111 della Costituzione.

Da quì l’importanza di aiutare i sistemi giudiziari a raccogliere le informazioni adatte ad analizzare la durata delle procedure giudiziarie allo scopo di ridurne i termini eccessivi e di assicurare l’efficacia dei procedimenti, la trasparenza e la necessaria prevedibilità per gli utenti della giustizia … Ed è per questo che l’odierno discorso va rivolto, non solo ai Giudici e al personale amministrativo dei Tribunali, ma anche a tutte le organizzazioni e alle persone interessate allo studio delle capacità dei sistemi giudiziari di gestire la durata delle procedure ed a realizzare una buona amministrazione della giustizia, trasparente e senza ritardi, sulla scia di quell’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, in virtù del quale “Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un Tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia chiamato a pronunziarsi sulle controversie in ordine ai diritti e doveri di carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti”.

Da un pò di tempo, in virtù del clima di dialogo costruttivo e di collaborazione che si è venuto ad instaurare fra il Ministro della Giustizia e l’intera Magistratura, si respira un clima nuovo, come emerge dagli ultimi interventi legislativi.

Mi limito in proposito a richiamare le misure del c. d. “decreto sviluppo”, con particolare riferimento proprio al processo civile e alle procedure fallimentari …

Si tratta di un doppio intervento, che, da una parte, incide sul sistema delle impugnazioni … ricordando che fino ad oggi il 68% dei giudizi d’appello si conclude con la conferma del giudizio di primo grado … e sull’inefficienza della giustizia civile, indicata dalle imprese come uno dei principali ostacoli alla crescita e allo sviluppo degli investimenti esteri e dall’altro sui meccanismi della Legge “Pinto”; il tutto, previa fissazione di tempi certi per la durata dei processi, così da garantire la “continuità aziendale” alle imprese in crisi.

La norma sul filtro dovrebbe consentire di dichiarare inammissibili circa la metà dei ricorsi in appello, con una riduzione dei nuovi carichi di lavoro di oltre un terzo e una conseguente riduzione dei tempi dei giudizi, che dovrebbero passare dai tre anni di media attuali a poco più di due anni.

E’ stata quindi rivista la Legge fallimentare per migliorare l’efficienza dei procedimenti delle crisi aziendali, correggendo alcuni difetti che non facilitavano l’accesso tempestivo delle imprese al concordato preventivo, come l’insufficiente protezione del debitore durante la messa a punto del piano di ristrutturazione e la mancanza di una disciplina specifica sul concordato “con continuità aziendale” (ora regolata col nuovo articolo 180 bis della L.F.), che consentisse soprattutto il proseguimento dei contratti in corso.

Seguendo il modello della legge fallimentare USA viene prevista la facoltà per il debitore di depositare un ricorso con la semplice domanda di concordato preventivo senza la necessità di produrre tutta la documentazione richiesta in modo da accedere subito alle tutele previste.

Altra novità del provvedimento è quella dell’accesso a un mercato di finanza interinale che consenta, previa richiesta al Tribunale, di accedere a finanziamenti per pagare i fornitori.

Tutto ciò, senza dimenticare il recentissimo Decreto Legge del 18 Ottobre u.s., n. 179, che prevede una serie di norme, che serviranno ad accelerare la digitalizzazione dell’intero sistema giustizia, con le comunicazioni on line proprio nel civile.

V’è però ancora tanto da fare, ma – lo ripeto – i presupposti per un miglioramento della situazione ci sono e si intravedono chiaramente!

Siamo certi infatti che la riscrittura in atto della mappa territoriale delle circoscrizioni giudiziarie, con una più equa distribuzione dei magistrati nel territorio nazionale non potrà che contribuire ad accorciare i tempi dei processi … anche se resta ancora il nodo irrisolto degli organici del personale amministrativo ormai ridotti all’osso, coi relativi concorsi che son bloccati da oltre 12 anni … ed anche se permangono la carenza di mezzi e di risorse finanziarie per giungere all’auspicato salto di qualità nel settore.

Il Presidente della Corte, col quale non posso che complimentarmi in proposito, nel manifestarmi di recente la sua soddisfazione per il sostanziale azzeramento delle pendenze nel penale, ha tenuto a precisare che anche nel nostro Distretto ancor drammatica appare la situazione proprio nel settore civile, ove ciascun giudice ha un carico di lavoro mostruoso, con migliaia di cause da trattare, mentre quelle iscritte a ruolo sono in continuo aumento …

Se è vero allora che qualcosa sta cambiando, tanto da indurci per la prima volta all’ottimismo, un ultimo sacrificio viene richiesto a noi magistrati ed ai funzionari amministrativi che ci affiancano nel quotidiano lavoro, con quello scatto di efficienza cui da ultimo ha fatto ripetutamente riferimento il Presidente NAPOLITANO, i cui moniti ed i cui suggerimenti non potranno che essere da sprone per aiutarci ad offrire finalmente al cittadino una giustizia celere e giusta.

Ed è con questi auspici che chiudo il mio breve intervento, nella convinzione che l’odierna giornata possa finalmente avere il significato celebrativo che fin dall’inizio le si era voluto attribuire …

Cagliari, 25 Ottobre 2012.

La Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Cagliari è ubicata in Piazza della Repubblica 18, 09125 CAGLIARI (CA)

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