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14/11/2011  - Intervento del Procuratore Generale Ettore Angioni in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato - giugno 2011
Un improrogabile impegno di carattere personale non mi consente di essere presente per il quinto anno consecutivo fra gli amici de “La Collina” per celebrare la giornata mondiale del rifugiato.

Desidero però far giungere all’Amico carissimo Ettore CANNAVERA, motore propulsore di questa, come di tante altre analoghe, importanti e significative iniziative, alle Autorità ed ai tanti abituali frequentatori della Comunità, i miei saluti più affettuosi e la mia più completa adesione a questa “Giornata Mondiale” dedicata al rifugiato, la cui celebrazione – come è noto – è nata e si rinnova negli anni in esecuzione di una risoluzione adottata nell’anno 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in aderenza alle convenzioni internazionali che prevedono il diritto all’asilo per gli individui perseguitati per motivi razziali, politici e religiosi.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UMHCR) è lo sponsor – potremmo dire – di una giornata, che ha quest’anno per tema “Un luogo sicuro per ricominciare”; e ciò per ricordare che i rifugiati sono persone costrette ad abbandonare le proprie case a causa di guerre e persecuzioni … persone che hanno, pertanto, il diritto di ricostruirsi una vita in sicurezza e dignità.

Sono considerazioni, queste, che già abbiam fatto lo scorso anno, ricordando come nell’ambito della voce “immigrazione”, esistesse ed esista un settore costituito da quelle persone che non abbandonano il loro Paese per “vivere meglio”, ma semplicemente per poter vivere, per poter restare in vita, in perfetta sintonia col motto: “Home, un luogo sicuro per ricominciare”.

Perché ciò possa verificarsi è però indispensabile che il rifugiato riesca a trovare un luogo che lo accolga … un luogo che gli offra l’opportunità di ricostruire un percorso di vita al riparo da ogni forma di violenza e di minaccia.

E ciò, in perfetta sintonia col monito rivolto dal Pontefice Benedetto XVI proprio in occasione della giornata che oggi si celebra nel mondo, invitando tutti … credenti e non … a riflettere sul tema delicatissimo delle migrazioni, per il quale ha voluto usare il motto “Una sola famiglia umana” … “Una sola famiglia di fratelli e sorelle in società che si fanno sempre più multietniche e interculturali, dove anche le persone di varie religioni sono spinte al dialogo, perché si possa trovare una serena e fruttuosa convivenza nel rispetto delle legittime differenze”.

Quella della migrazione è una esperienza di non poco conto, sperimentata dallo stesso Gesù, allorché da bambino dovette rifugiarsi in Egitto per fuggire alle minacce di Erode.

Oggi il fenomeno migratorio ha diversi volti, perché sempre più sono i cittadini stranieri che raggiungono l´Italia per motivi di lavoro … che sono impegnati nelle campagne, e non solo più a livello stagionale … che operano nel commercio … che lavorano per assistere i nostri anziani e per supportare le nostre famiglie.

Sempre più ampia é poi la presenza di rifugiati politici, migranti forzati che sfuggono dalle violenze e persecuzioni, molti dei quali sono ospiti, spesso non graditi, presso i vari centri di accoglienza del Paese.

Mi risulta che tanti altri si nascondano nelle nostre campagne, nei casolari abbandonati, vivendo in condizioni disumane e di estrema precarietà.

Cresce insomma il numero delle famiglie straniere, dei minori, delle coppie miste ed é´ questo il volto nuovo di una società e di una comunità in trasformazione.

Come già ebbi occasione di accennare nel mio intervento dello scorso anno, quello dei rifugiati in cerca di asilo è un problema che ovviamente non è sentito solo dalla Chiesa Cattolica e dai cristiani in genere, ma che è tenuto costantemente presente dalla varie Associazioni umanitarie laiche – e penso ad “Amnesty International”, a “Medici senza frontiere”, al “Consorzio Italiano di solidarietà” – che aderiscono alle campagne annuali in difesa ed a tutela di questi fratelli meno fortunati di noi, portando avanti una serie di iniziative, che vanno dalle conferenze stampa, ai convegni, agli spettacoli musicali e teatrali o agli incontri coi rifugiati … così, come del resto avviene oggi, in questa casa aperta a tutti … aperta tanto a chi crede nelle più diverse fedi religiose quanto a chi non crede.

Non dobbiamo infatti mai dimenticare che in genere i “rifugiati” altri non sono se non le vittime di una guerra civile … pensate alle popolazioni del Ruanda o di altri Paesi dell’Africa … le vittime di pulizie etniche … pensate ai curdi o a certe popolazioni dell’ex Jugoslavia … o di persecuzioni religiose … pensate ai Tibetani … se non addirittura di persecuzioni personali … pensate ai Cubani o ai cittadini di alcuni Paesi del Sudamerica, alle centinaia di persone condannate a morte da parte del regime dittatoriale di Ahmadinejad … pensate ai bambini fuggiti dagli scontri nel sud del Kirghizistan … pensate ancora ai tanti disperati che fuggono per sottrarsi alla furia dei vari Gheddafi od Assad …

Tutte persone, queste citate, costrette – come ho appena ricordato – ad abbandonare la propria casa, la propria terra, spesso i propri familiari per sottrarsi a guerre interne, a varie forme di violenza, materiale e psicologica ed a persecuzioni.

E si tratta di persone con i nostri stessi sogni … con le nostre stesse aspettative e necessità … di persone che, avendo sofferto persecuzioni e soprusi di ogni genere, anelano ad una nuova vita da vivere in dignità e in sicurezza … Si tratta, in parole più semplici, di persone che hanno il sacrosanto diritto a ricevere protezione ed alle quali è indispensabile restituire una speranza.

Tutto ciò vale per i rifugiati, ma ancor più per quei milioni di minori che si trovano nel mondo in stato di abbandono e a costante rischio di sfruttamento.

Se la Convenzione dei Diritti del fanciullo afferma con chiarezza che deve essere sempre salvaguardato l’interesse del minore, al quale vanno riconosciuti i diritti fondamentali della persona al pari dell’adulto, dobbiamo con amarezza ammettere che purtroppo nella realtà questo nella stragrande maggioranza dei casi non avviene …

Occorre, quindi, una mobilitazione generale, che deve vedere impegnate, non solo le istituzioni pubbliche, sovente purtroppo assenti, ma anche ed ancor più le strutture del volontariato,

Le Statistiche rivelano purtroppo che il numero dei profughi e dei rifugiati è in continuo aumento, il ché è facilmente comprensibile, se si considera che sempre più sono le Nazioni, in Africa, in Asia e nel Medio Oriente, nelle quali i diritti umani sono calpestati e conculcati.

Proteggere i rifugiati è un dovere. Essere protetti è un diritto, così come recitava il motto che due anni fà faceva da cornice alle celebrazioni per la giornata del rifugiato.

Si tratta di un dovere che ci viene imposto anzitutto dalla nostra coscienza, ma che ci vien ricordato – nonostante in Italia ancora manchi una legge organica sul diritto di asilo – anche dalla nostra Costituzione, quella Costituzione che è tutt’altro che vecchia e sorpassata, come taluno vorrebbe farci credere e della quale noi Italiani dobbiamo andare invece sempre più orgogliosi, anche perché, fra le altre cose, fissa alcuni principi cardine che servono a farci comprendere nella loro essenza importanza e la rilevanza sociale del tema che oggi stiamo celebrando …

Penso a quell’art. 10, che ci ricorda che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge” … Penso ancora a quell’art. 3, che sottolinea che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” … Penso infine a quell’art. 16, che puntualizza che “nessuna restrizione alla libera circolazione ed al libero soggiorno può essere determinato da ragioni politiche”.

Da credente penso però anche alle parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato …”.

Un plauso, quindi, ad un’iniziativa quale quella promossa dalla Comunità “La Collina”, col patrocinio della Provincia di Cagliari e del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati … un’iniziativa veramente encomiabile, che va ad aggiungersi alle numerose altre analoghe iniziative portate avanti in tutta Italia ….

Una iniziativa importante, perché si propone di risvegliare le coscienze di tutti i cittadini e, in particolare di quelli più disinformati, su un problema tanto serio e drammatico quale può esser quello di adoperarsi per garantire a chi abbia visto conculcati i più elementari diritti nel Paese di provenienza una vita dignitosa in altro Paese più libero.

L’unico onere, se così si può dire, che dovrebbe gravare sul rifugiato è quello di conformarsi alle leggi di quello Stato che abbia deciso di ospitarlo.

Chiudo queste brevi riflessioni col saluto più affettuoso alle Autorità intervenute, ai partecipanti tutti e “last but not least”, al carissimo amico Ettore CANNAVERA, che – sono certo – perdonerà la mia involontaria assenza a questa significativa giornata.

Serdiana, 26 Giugno 2011.

Ettore ANGIONI

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